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Cantina Kaltern, Milano e Quintessenz

Presso Viastampa a Milano la degustazione di Quintessenz, la linea Premium di Cantina Kaltern.

di Sara Missaglia

Thomas Scarizuola, enologo e direttore di Kaltern, con la presentazione di Christoph Fischer, Direttore Coomerciale, ha condotto presso Viastampa a Milano una degustazione di tre annate di Pinot bianco (2021, 2019, 2016), di Sauvignon blanc (2021, 2019, 2016) e di Kalterersee Classico Superiore – Schiava (2021, 2019, 2013). A seguire l’abbinamento delle annate correnti dei cinque Quintessenz, con i vitigni menzionati, Cabernet Sauvignon e Moscato Giallo passito, proposti in abbinamento con i piatti preparati dallo chef Danilo Buonanno.

La linea Quintessenz è una collezione di cinque vini monovarietali che rappresentano l’eccellenza vitivinicola del Lago di Caldaro. Con Quintessenz Cantina Kaltern esprime il carattere delterroir di Caldaro, senza rinunciare alla creatività e all’originalità dei propri vini, che mantengono uno spirito importante senza essere né complicati né algidi, sontuosi o indecifrabili. I vini di Quintessenz nascono dai vigneti storici e più vocati della zona, dove i suoli si alternano tra porfido, calcare e morene. «Parlare di Quintessenz», sottolinea il kellermeister, «vuol dire parlare di equilibrio tra terra e vite e anche tra uomo e natura, un equilibrio che rispecchia il rispetto per l’ambiente e porta a frutti di elevata qualità». Un impegno che si unisce alla responsabilità, alla consapevolezza e alla competenza tecnica in ogni fase della produzione della famiglia di Kaltern, oggi la più grande cooperativa sociale dell’Alto Adige con 590 soci, 400 ettari e una produzione che si attesta a 4 milioni di bottiglie su base annua.

Quest’anno la linea di eccellenza si arricchisce di una serie annate che sono un vero e proprio viaggio sensoriale, ognuna capace di raccontare la propria storia con intensità e freschezza. Il Pinot bianco è un vino alpino fresco e minerale, molto fine e dotato di una bellissima struttura. I suoli sono calcarei argillosi e ciottolosi, con porfido e roccia madre, che conferiscono al vino mineralità e struttura. L’annata 2016 è molto seduttiva: ha dolcezza al naso, miele e frutti in gelatina, non più freschissimo ma maturo e complesso, di grande eleganza. La 2019 sembra essere in perfette condizioni, in un vero stato di grazia, con una vivace freschezza che regala al vino un passaporto per l’eternità, con ottime potenzialità evolutive. Le annate del Sauvignon presentano un’amplificazione di aromi su uno sfondo che concentra salinità e complessità, con una piacevole e sorprendente evoluzione al palato. Sono vini suadenti al palato, con un lungo finale. Gli affinamenti avvengono solo in botte grande, seguiti da acciaio e bottiglia. Il vitigno dominante per Cantina Kaltern è la Schiava, i cui vigneti si sviluppano intorno al Lago di Caldaro: l’interpretazione che la Cantina fa di questo vitigno è in chiave moderna con tannini levigati e mai eccessivi, una componente alcolica del tutto controllata, e una scia finale sapida e minerale che regala vini molto freschi, eleganti, di grande pulizia e perfetti anche se serviti a temperature più basse con piatti di pesce.

Gli abbinamenti proposti in modalità walk around presso il Viastampa di Milano sono con piatti preparati dallo chef Danilo Buonanno: funghi con mandorla, miso, tuorlo d’uovo ed erbe, zucca violina in agrodolce con grano saraceno, tartare di pecora cornigliese, riso Carnaroli al Marsala e al cappero di salina, e maritozzo finale gourmet alla crema pasticciera: i vini di Kaltern si rivelano agili e versatili e offrono sensazioni di pienezza a tutto tondo. Sempre eleganti e ben equilibrati, sono giocati nel corretto bilanciamento tra tannini, acidità e freschezza. Sono vini delle Alpi, fini e leggiadri, che raccontano di un terroir fatto di vette, venti e corrette esposizioni al sole che favoriscono la maturità delle uve. I luoghi intorno a Caldaro sono incantevoli, vero crocevia culturale e di forte contaminazione tra il nostro Paese e l’Austria. Non ci/vi resta che andare a trovarli (per me un ritorno, Cantina Kaltern merita una visita, più e più volte!).

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