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Tazzelenghe, mai più  sconosciuto 

Conoscete il Tazzelenghe? Si tratta del vitigno friulano taglialingua. Ora un libro lo racconta e lo celebra.

di Sara Missaglia

Stefano Cosma e Angelo Costacurta per Kellermann Editore hanno pubblicato “Tazzelenghe”, un lavoro che racconta e porta alla ribalta il vitigno autoctono friulano.

Nero, raro, scuro e profondo ma, soprattutto, dotato di un’elevata acidità e di un corredo polifenolico importante: tannini che, in particolare in gioventù, possono “farsi sentire” e generare sensazioni di astringenza importanti. Durezze del vino che marcano il sorso e che arrivano a “tagliare la lingua”: da qui il curioso nome del vitigno, che conserva il suo carattere di rusticità, ma che, con una maturazione e un affinamento corretti, regala vini di grande spessore, profondità e personalità. 

Dal punto di vista genetico, il vitigno taglialingua è molto affine al Refosco nostrano o Refoscon e al Refosco gentile, con una relazione molto stretta (forse padre-figlio): la Denominazione è la Doc Friuli Colli Orientali. Ha origine medioevali ed è testimone della storia e delle tradizioni di un grande territorio.

Gli autori ne raccontano nel libro la storia e l’ampelografia, le connessioni con il territorio, il suo declino e la ripartenza,  i dati di produzione e le leggende intorno al vitigno, e individuano Cividale del Friuli, capitale longobarda, città del vino e a Patrimonio Unesco, come punto di riferimento insieme a Buttrio nella produzione del Tazzelenghe: 4 ettari vitati per una produzione di circa 6mila bottiglie, su appezzamenti “fazzoletto” di poche migliaia di metri quadri, con viti di età media piuttosto elevata.

Molto interessanti anche gli abbinamenti con la cucina friulana, raccontati con curiosità dagli autori.

Un libro che merita di essere letto, grazie a Stefano Cosma, direttore di “Bubble’s Italia” e di Angelo Costacurta, tra i più noti e importanti studiosi di viticoltura nel panorama internazionale, Vice Presidente dell’Accademia Italiana del Vino e della Vite: il lavoro (nella Collana Grado Babo) accende i riflettori sul Tazzelenghe e contribuisce alla sua rinascita e al suo rilancio.

Se la memoria olfattiva e degustativa sono importanti, anche la lettura aiuta a non dimenticare e a regalare immortalità al taglialingua.

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