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Le “Pievi” del Vino Nobile di Montepulciano

Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ha presentato a Milano il progetto che ha portato alla nascita della nuova tipologia “Pievi”.

«Non c’è futuro senza passato»: con queste parole la Vicepresidente del Consorzio Susanna Crociani presenta un progetto che parla soprattutto di territorio. AlCortile Flora di Milano il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano si è presentato senza filtri, parlando di storia che fa la differenza: «abbiamo capito che dovevamo lavorare insieme. Come produttori ci siamo aggrappati alla nostra storia e abbiamo unito tutte le forze per raccontare dodici distretti, dodiciPievi che rappresentano i nostri luoghi», prosegue Susanna Crociani. Adua Villa, sommelier e comunicatrice del vino,ha respirato l’aria di tutte le Pievi, collaborando con il Consorzio: è lei a parlare del valore del capitale umano e della storia di questi luoghi, dove ogni produttore è innamorato e legato alla propria Pieve. L’obiettivo è la valorizzazione dei singoli terroir all’interno del territorio di Montepulciano, attraverso la definizione delle diverse sfumature che il vino esprime sulla base della zona di produzione. Il Montepulciano profuma di storia e divino e il progetto si propone di raccontare tutto questo, come storia d’amore tra la comunità e il nettare che produce.

Vino Nobile di Montepulciano “Le Pievi”: in arrivo una nuova Denominazione

L’idea del Vino Nobile di Montepulciano “Pieve” (in aggiunta alle esistenti Denominazioni Vino Nobile di Montepulciano e Vino Nobile di Montepulciano Riserva), è nata grazie ad uno studio che ha richiesto il consenso e la partecipazione collettiva di tutti i produttori di vino. È stato questo percorso di condivisione della conoscenza all’interno della Denominazione che ha portato agli incontri, alle ricerche e alle analisi necessarie per mettere a terra e dare forma alla “visione” del Nobile. Il “Vino Nobile di Montepulciano – Pieve”ha visto arrivare nel 2023 la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’approvazione del Disciplinare. Sono state definite e individuate alcune caratteristiche fondamentali di questa nuova tipologia, che sarà conosciuta non solo con il suo nome (quello del territorio di produzione), ma anche attraverso caratteristiche distintive che la legano alla storia, alla tradizione enologica locale, al presente di oggi e al futuro internazionale di domani. Si tratta di un vino che sarà ricco di caratteristiche dello specifico territorio (con sottozone e ulteriori Unità Geografiche). Il passato glorioso e l’importanza del legame tra il territorio di Montepulciano, la sua storia e il Vino Nobile sono gli elementi essenziali per garantirequalità e autenticità a tutto ciò che viene da questa parte di Toscana.

L’origine

L’idea di far nascere il Vino Nobile di Montepulciano menzione “Pieve” è figlia di una “visione” supportata dalla ricerca. Lo studio della geologia e della geografia del territorio ha portato alla individuazione di dodici zone, definite nel Disciplinare di produzione UGA (Unità Geografiche Aggiuntive), che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta. Questo aspetto rappresenta l’identità del Vino Nobile di Montepulciano. La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall’epoca tardo romana e longobarda, rappresenta legame e identità al tempo stesso: l’unicità di “portare” il nome di ciò che si è. In particolare la volontà del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica, che ha caratterizzato il territorio poliziano fino all’epoca moderna e che trova la sua eco anche nel catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo, che suddivideva il territorio in sottozone identificate attraverso il toponimo.

Il progetto le Pievi

Il rimando è alle antiche chiese parrocchiali medievali e al mondo ecclesiale, fondamentale per le comunità locali, simbolo e sigillo di profonda identità. L’area è strettamente limitata alla parte del territorio del comune di Montepulciano compresa tra i 250 ed i 600 metri s.l.m.. Gli ettari di vigneto iscritti all’albo vigneti della DOCG sono circa 1.300, mentre per la produzione di Rosso di Montepulciano DOC gli ettari iscritti sono circa 550. È consentito l’uso della menzione Pieve purché seguita da una delle Unità Geografiche Aggiuntive: Ascianello, Badia, Caggiole, Cerliana, Cervognano, Gracciano, Le Grazie, San Biagio, Sant’Albino, Sant’Ilario, Valardenga e Valiano. I vitigni impiegati sono per l’85% Sangiovese, denominato localmente gentile, mentre per la parte residua del 15% possono essere impiegati vitigni complementari come il Canaiolo nero, il Ciliegiolo nero, il Mammolo nero, il Colorino nero (quest’ultimo al massimo del 5%). I vigneti utilizzati per la produzione del Vino Nobile di Montepulciano che assume la menzione Pieve devono avere almeno 15 anni di età e la resa di uva non deve essere superiore a 70 quintali per ettaro. Ogni viticoltore deve vinificare le uve che alleva: il Vino Nobile di Montepulciano che utilizza la menzione Pieve deve avere inoltreun titolo alcolometrico volumico naturale minimo del 13%. Il Vino Nobile di Montepulciano “Pieve” prevede un invecchiamento minimo di tre anni, con maturazione obbligatoria di un anno in legno e affinamento minimo di un anno in bottiglia.La prima annata in commercio, la vendemmia 2021, uscirà da gennaio 2025.

L’incontro a Milano

In abbinamento ad un menù autunnale (polpette in umido e risotto alla parmigiana) preparato dallo chef di Cortile Flora a Milano,la degustazione ha visto protagoniste numerose referenze che fanno capo al Consorzio: molto interessanti e seduttivi i colori, dal rubino al granato in sintonia con le annate e con l’invecchiamento, e con profumi che andavano da frutti di bosco croccanti a ricordi di ciliegia sotto spirito, sino a note più eteree e balsamiche. Il gusto è asciutto con un buon equilibrio tra componenti tanniche e acidità. Finali lunghi e di buona persistenza, agili e piacevoli nel sorso.

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